Grave crisi istituzionale in Grecia

Il Primo Ministro Venizelos si è presentato al Parlamento greco per le discussioni sulla posizione del Regno all’interno del conflitto europeo. In un’atmosfera di forte emozione, Venizelos ha indirizzato ai parlamentari un importante discorso culminato con il seguente passaggio:

La Grecia ha verso la Serbia obblighi precisi, stabiliti da un trattato d’alleanza. Questi obblighi saranno rigorosamente rispettati, anche se dovessero indurci a prendere posizione contro la Germania, ciò che deploreremmo sinceramente. Considero che sarebbe disonorevole per la Grecia non conformarsi ai doveri imposti dall’alleanza con la Serbia. Io sono d’altronde convinto che è nostro interesse schierarci a fianco della Quadruplice.

Il Governo ha quindi sottoposto all’Assemblea una mozione per impegnare la Grecia a scendere a fianco della Serbia e della Quadruplice in caso di attacco bulgaro alla Serbia. La mozione è stata approvata con una maggioranza di 40 voti anche se si sono astenuti diversi importanti personaggi della coalizione di Governo tra cui sette ministri.
La risposta del Re Costantino è stata rapida e ferrea. Appreso per telegrafo del discorso di Venizelos, S.M. si è recata in automobile fino ad Atene per studiare la trascrizione del discorso del Primo Ministro. Dopo qualche minuto Costantino avrebbe incontrato i leader dell’opposizione che lo avrebbero avvisato dell’imminenza di un nuovo ancora più sconcertante discorso di Venizelos.
Secondo la stampa francese, a questo punto il Re Costantino si sarebbe spaventato dal rapido progredire degli eventi che stavano per trascinare la Grecia in guerra e avrebbe chiesto al Primo Ministro un incontro nel corso del quale avrebbe sconfessato tutta la linea del politico, di fatto costringendolo a presentare nuovamente le dimissioni, immediatamente seguito dall’intero gabinetto e dando il via ad una nuova grave crisi istituzionale.
Con Primo Ministro e Governo dimissionari, Costantino pare abbia iniziato a cercare di comporre una coalizione di salute nazionale in mancanza della quale sarebbe obbligatorio il passaggio alle urne.