Gli scontri sull’Isonzo

18/7
All’alba del 18 luglio l’artiglieria italiana ha iniziato un intenso tiro di preparazione sulle linee nemiche sul fronte dell’Isonzo nel tratto tra il Monte San Michele, il Monte Cosich, e San Martino del Carso; complessivamente duemilacinquecento granate sono cadute sulle posizioni austriache con un tiro decisamente più mirato ed efficace che nelle precedenti azioni offensive.
Ancora una volta però la fanteria italiana ha atteso troppo a lungo dopo il termine del bombardamento prima di uscire all’assalto, dando così tempo agli austriaci di uscire dai ricoveri e posizionarsi a difesa delle proprie linee. Le brigate Brescia e Regina hanno assaltato Bosco Cappuccio, Bosco Triangolare e Bosco Lancia, occupando quota 141 catturando circa mille fanti ungheresi. Negli altri settori, tra Castelnuovo e Vermigliano, nessun progresso degno di nota.

19/7
Nella giornata del 19 la 14a divisione italiana ha attaccato con decisione il M. Sei Busi ma è stata fermata dal VII corpo austriaco che ha impegnato tutte le proprie riserve subendo pesanti perdite.

20/7
Continua l’offensiva italiana nel settore M. San Michele-S. Martino-M. Sei Busi, con l’ XI° corpo. Fanti e bersaglieri della Brigata Regina hanno conquistato la sommità del San Michele nel pomeriggio catturando più di ottocento austriaci. Un successivo contrattacco imperiale è stato respinto grazie all’intervento dell’artiglieria italiana.

21/7
Gli austriaci hanno dato inizio ad un vigoroso contrattacco sul Monte San Michele appena conquistato dagli italiani ai quali non sono giunti i rincalzi indispensabili per tenere la posizione. 15 battaglioni austro-ungarici, rafforzati dalla 12a brigata da montagna bosniaca, hanno attaccato le posizioni del 12° bersaglieri comandato dal colonnello Ceccherini (ex olimpionico di sciabola) riconquistando la cima del monte. Ad accerchiamento quasi completo le truppe italiane hanno contrattaccato onde aprirsi la strada per la ritirata portata a buon fine nel tardo pomeriggio.

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