Dai fronti orientali e la strage degli armeni

A nord, nella regione di Riga l’artiglieria russa ha ripetutamente bersagliato le linee nemiche interrompendo i lavori di consolidamento delle linee difensive tedesche. Tra Dwinsk e Illuxt continuano gli scontri per occupare le trincee lasciate ripetutamente in mano al nemico ma mai in modo definitivo. Più a sud i tedeschi sono stati allontanati dalla tratta ferroviaria di Ponewiesc. In Volinia presso la stazione di Olyka stessa sorte  per due tentativi tedeschi di impossessarsi dello snodo ferroviario.

Sul fronte ottomano prosegue l’avvicinamento alla città di Trebisonda. Per i turchi perdere l’unico grande porto sul Mar Nero rimastogli sarebbe un duro colpo da assorbire. I trasporti via mare sono l’unica efficace opzione per portare rifornimenti alle già duramente provate divisioni del caucaso, le strade dell’interno infatti sono inadatte a supportare un tale compito logistico. L’avanzata russa è ora a 70 km dal porto e non sembra incontrare particolari ostacoli.

Le notizie più aggiaccianti arrivano però dalla regione di Erzerum appena liberata dai russi: prima della caduta di questa importante piazzaforte vi si trovavano circa 40.000 armeni. I russi ve ne trovarono solo 16. Secondo un abitante turco della città, poco prima della caduta della piazzaforte, tutti gli armeni furono cacciati dai gendarmi in direzione ovest, di loro non s’è saputo più nulla.

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