Continuano le tensioni tra Stato Maggiore e Governo italiano

In questi giorni abbiamo assistito ad una campagna giornalistica di propaganda dell’operato di Cadorna. La cosa non è andata giù al Governo, già in aperta opposizione col Gnerale e soprattutto al Ministro Zupelli. La precipitosa ritirata delle truppe italiane da Durazzo dei giorni scorsi non avevano messo in buona luce i ministri Zupelli e Sonnino, i principali fautori di questa operazione e Cadorna aveva approfittato per ar sfogo a tutto il suo dissenso verso il Ministro della Guerra chiedendone il suo immediato allontanamento: ” o via lui, o via io” scrisse in un comunicato a Salandra.

In data odierna la doppia risposta di Salandra a queste provocazioni, la prima a Sua Maestà Vittorio Emanuele III:

“Io non posso ammettere che in un documento ufficiale il capo di stato maggiore intimi, con l’alternativa delle proprie dimissioni, al presidente del Consiglio il licenziamento di un ministro”

La secondadecisamente piccata, inviata direttamente al generale presso il quartier generale di Udine, impartisce una dura lezione di Diritto Costituzionale:

“Secondo lo Statuto fondamentale del Regno al Re non solo spetta la nomina e la revoca dei suoi ministri, e, secondo la consuetudine che è ormai norma del nostro diritto costituzionale, spetta unicamente al presidente del Consiglio la proposta e quindi la responsabilità di tali atti di governo. Non posso adunque al riguardo di alcuno di essi entrare in discussione per invito o suggerimento di qualsiasi altra autorità civile o militare per quanto elevato ne sia il grado”

Questi dissapori tra le due parti sicuramente avranno conseguenze, il tragico momento che stiamo vivendo imporrebbe una maggior coesione tra gli organi di governo e quelli militari.