Continuano gli scontri sull’Isonzo

sonzo - Soldati Austro Ungarici

Isonzo – Soldati Austro Ungarici

Il 2 luglio la 2aArmata ha ripreso le operazioni offensive nel settore Oslavia-Peuma-Podgora. Dopo che guastatori e genieri armati con tubi di gelatina esplosiva hanno aperto dei varchi nei reticolati, le Brigate Napoli, Lombardia e Livorno hanno attraversato la prima fascia di reticolati ma sono stati arrestati all’artiglieria e dalle mitragliatrici austriache che erano stati efficacemente occultati. Sul Podgora le brigate Re e Pistoia hanno oltrepassato il primo ordine di reticolati ed hanno ingaggiato aspri combattimenti in prossimità del secondo, ma sono incappati in una efficace difesa di nidi di mitragliatrici ed hanno dovuto retrocedere.
I pochi varchi aperti nei reticolati costringono i fanti nello stretto passaggio obbligato che viene puntualmente battuto dalle mitragliatrici e dalla fucileria austriache che fanno strage tra gli attaccanti.
Per tutta la giornata del 5 è stato un susseguirsi di attacchi e contrattacchi su tutto il settore e particolarmente cruenta è stata la lotta sul Podgora e sul Calvario (quota 189) nel settore delle brigate Casale e Perugia. Quest’ultima è stata lanciata all’assalto con le compagnie di prima linea seguite prontamente dalle riserve fatte avanzare frontalmente allo scoperto in pieno giorno che sono state falciate dal fuoco delle mitragliatrici e delle artiglieria austriache.
Intanto nel settore della 3aArmata le brigate Cagliari e Siena sono venute in contatto con le difese del Monte Sei Busi e Cosich, al fine di aprirsi la strada verso Doberdò; gli assalti italiani sono però stati respinti sanguinosamente dai contrattacchi nemici e lo posizioni conquistate sono state abbandonate per il mancato intervento di truppe di riserva.
Gli attacchi italiani sul fronte isontino sono continuati fino al 7 luglio, ultimo giorno della battaglia. Combattuta con indubbio slancio e spirito di sacrificio essa ha però portato a scarsi risultati per gli italiani a causa di una eccessiva dispersione delle forze su un fronte particolarmente esteso, per il tiro dell’artiglieria decisamente poco efficace, e per la valida e tenace difesa degli austriaci già avvezzi a questo tipo di tattica per la maturata esperienza sui fronti serbo e russo.

Complessivamente dal 23 giugno al 7 luglio il Regio Esercito ha lamentato 110 ufficiali morti, 322 feriti e 22 dispersi; per la truppa 1806 morti, 11.173 feriti e 1514 dispersi. Fonti austriache riferiscono di 8800 tra morti e feriti e 1500 dispersi.

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