Continua la ritirata verso il Piave; Robertson a Treviso per conferire con Cadorna

Mentre il nemico tenta di guadare il Tagliamento per continuare l’inseguimento delle armate italiane, i nostri reparti si stanno sganciando per raggiungere il Piave. La 3a Armata di sta avviando in buon ordine verso la nuova linea, ma nella ritirata ha dovuto abbandonare circa la metà delle artiglierie d’assedio, di grosso e medio calibro. Purtroppo gran parte della 2a Armata è stata annientata dell’attacco austro-tedesco di Caporetto, ma grazie al gen. Montuori, che comanda ciò che ne resta in sostituzione del gen. Capello ricoverato per una grave nefrite, l’ala destra della 2a Armata si è potuta salvare e sta sfilando sui ponti del Tagliamento sotto la protezione dell’ala sinistra della 3a Armata.

Intanto è giunto a Treviso, presso la sede del Comando Supremo, il gen. Robertson per concordare con Cadorna e Foch la linea di condotta da seguire per fermare l’avanzata nemica. In buona sostanza il comandante dell’esercito britannico si è posto sulla stessa linea del collega francese: le truppe alleate interverranno direttamente nei combattimenti solo se l’esercito italiano riuscirà a stabilire una valida linea difensiva sul Piave. In poche parole, la difesa del sacro suolo della Patria spetta agli italiani che, in questo grave frangente, dovranno cavarsela da soli. A tal proposito Cadorna ha ordinato al gen. di Robilant di accelerare il riposizionamento della sua 4a Armata, che dovrà sganciarsi dal Cadore per assumere la nuova posizione sulla destra del Piave in sostituzione delle divisioni franco-inglesi che non sono state rese disponibili dai due comandanti alleati.

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