Bollettino delle ore 12 del 2 novembre 1918

Ad oriente del Brenta l’inseguimento continua.
Sull’Altipiano di  Asiago l’avversario resiste ad oltranza per dar tempo alle masse retrostanti di ritirarsi: ma le truppe della VI Armata hanno varcato a viva forza l’Assa tra Rotzo e Roana, espugnato in aspra lotta il Monte Cimon e il Monte Lisser e avanzano in Val di Nos.
La IV Armata ha occupato le linee a nord della depressione di Fonzaso ed ha spinto colonne in Valsugana; l’antico confine è stato varcato nella serata di ieri.
Gruppi alpini della XII Armata, passato il Piave con mezzi di circostanza ne pressi di Busche hanno dilagato nella zona fra Feltre e Santa Giustina.
Truppe della VIII Armata, che vinsero nella giornata di ieri forti combattimenti al passo di San Boldo e della depressione di Fadalto, risalgono la valle del Cordevole, hanno oltrepassato il Ponte nelle alpi e marciano verso Longarone.
Nella pianura, le divisioni di cavalleria agli ordini di S. A. R. il Conte di Torino, superate continue resistenze nemiche a Castello di Aviano, a Rovereto in piano, a San Martino e a San Quirino, hanno occupato Pordenone e sorpassato il Cellina e il Meduna. Il reggimento Savoia Cavalleria (3°) brillantemente caricando, si è particolarmente distinto.
Più a sud la X e la III Armata ripresa l’avanzata, proseguono verso oriente.
Per l’ardimento e lo slancio dimostrati, hanno meritato l’onore della citazione l’intera 23ª divisione, il reggimento della Regia Marina e il 26º riparto d’assalto, appartenenti alla III Armata, il 72º riparto d’assalto appartenente alla VIII.
Gli aviatori nostri ed alleati, completamente padroni del cielo della battaglia, hanno continuato senza posa le loro ardite azioni di guerra. Un dirigibile ha bombardato nella notte le stazioni ferroviarie della Valsugana.
Non è possibile calcolare il numero dei cannoni abbandonati sulle linee di battaglia, ormai lontane dalle fronti di combattimento e lungo le strade; ne vennero finora contati più di 1600. Sono stati accertati oltre 80.000 prigionieri.
I soldati nostri liberati dalla prigionia sommano già a parecchie migliaia.

Firmato: DIAZ

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