Berlino rilancia le offerte all’Italia

Il Cancelliere Bethmann Hallwegg ha indirizzato al Reichstag il seguente discorso:

“Signori, voi saprete che i rapporti tra l’Italia e Austria-Ungheria sono divenuti fortemente tesi negli ultimi mesi; voi avrete veduto dal discorso di ieri del presidente del Consiglio ungherese conte Tiszra, che il gabinetto di Vienna, sforzandosi sinceramente di assicurare una durevole amicizia tra la duplice monarchia e l’Italia, e per tenere conto dei grandi interessi vitali permanenti dei due Stati, si è deciso ad estese concessioni all’Italia anche di natura territonale. Ritengo utile indicarvi tali concessioni:

  1. Parte dal Tirato abitato da Italiani Trentino sarà ceduto all’Italia;
  2. Anche la riva occidentale dell’Isonzo, nella misura in cui la popolazione è prevalentemente italiana e la città di Gradisca;
  3. Trieste diventerà città Imperiale libera
  4. La sovranità italiana su Valona e sulla sfera d’interessi relativa sarà riconosciuta
  5. L’Austria-Ungheria dichiarerà il suo disinteresse per l’Albania
  6. Sarà tenuto politicamente conto dell’interesse dei cittadini italiani in Austria-Ungheria
  7. L’Austria-Ungheriadecreterà una amnistia per i reati militari e politici commessi dai chi proviene dai territori ceduti
  8. Saranno costituite commissioni miste per regolare i particolari delle cessioni;
  9. La Germania sarà arbitro per la fedele e leale applicazione dell’accordo

Io posso aggiungere che il Governo tedesco, per mantenere e rafforzare l’accordo tra i suoi due alleati, di concerto con quello di Vienna, he assunto esplicitamente verso il Gabinetto di Roma la piena garanzia per la leale esecuzione di queste richieste. L’Austria-Ungheria e la Germania hanno con ciò preso una deliberazione che, se raggiungerà lo scopo, sarà approvata dalla grandissima maggioranza delle tre nazioni. II popolo italiano col suo Parlamento è sul punto di decidere liberamente, se egli voglia ottenere l’adempimento di tutte le aspirazioni nazionali nella più larga estensione in via pacifica; oppure gettare il paese nella guerra, e prendere domani le armi contro i suoi alleati di ieri e di oggi. Io stesso non abbandono completamente la speranza che l’eventualità della pace abbia maggior peso di quella della guerra ma, qualunque sia la decisione dell’Italia, abbiamo fatto in comune con l’Austria-Ungheria tutto ciò che era nel campo del possibile per mantenere l’alleanza, che aveva preso forti radici nel popolo tedesco, e che aveva portato ai tre Stati cose utili e buone. Se il vincolo è infranto da una delle parti, noi sapremo allora in comune con l’altra, fare fronte con coraggio impavido e fiducioso anche ai nuovi pericoli”

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