Aperta una breccia a nord di Verdun

Le forze francesi a Verdun stanno vivendo in queste ore uno dei momenti più difficili. L’assalto tedesco, rinnovatosi all’alba per il quarto giorno di combattimenti, sfruttando alcuni varchi aperti nella giornata di ieri, è riuscito a scardinare la linea difensiva francese e a far guadagnare alle forze attaccanti vaste regioni in un’avanzata inaspettatamente veloce che, nelle prime ore del pomeriggio, ha avuto la rapidità della guerra di movimento mai più vista sul fronte occidentale dagli ultimi giorni di settembre del 1914.

La giornata era iniziata con un buon auspicio per i francesi: la resistenza della 72° divisione, abbarbicata nella linea difensiva nel Bois de Caures e nell‘Herbebois, anche se a carissimo prezzo aveva rallentato l’avanzata tedesca ed esatto un pesantissimo tributo alle truppe nemiche, acquistando il tempo perchè il Quartier Generale francese potesse comprendere, nonostante le difficoltà di comunicazione, l’importanza della manovra offensiva tedesca. I primi tre giorni di combattimento, durante i quali la 72° ha letteralmente cessato di esistere, decimata da morti, feriti e prigionieri e ridotta ad un terzo della propria forza iniziale, sono valsi al comandante francese, Generale Chretien, il tempo per portare in prima linea le riserve.

Sfortunatamente per i francesi però, gli Zuavi della 3° divisone africana sono giunti ieri sera in zona operativa dopo una marcia forzata durata quasi due giorni in un terreno devastato dall’artiglieria pesante tedesca. Stanchi per la lunga marcia d’avvicinamento e costretti a passare la notte all’aperto in una regione in cui tutte le opere difensive e i ricoveri sono stati distrutti dalle granate nemiche, i soldati nord-africani all’alba di oggi si sono trovati circondati dai miseri resti della 72° che affannosamente si ritiravano nelle retrovie, incalzati dalle ordinate colonne tedesche.

Stanchi e avviliti per il freddo, demoralizzati per la devastazione che li circondava, gli Zuavi non hanno saputo reggere l’urto delle fanterie tedesche. Un plotone prima, una compagnia dopo, un battaglione intero alla fine, i difensori hanno ceduto e si sono ritirati senza opporre la resistenza sperata e facendo letteralmente evaporare la sottile linea difensiva su cui il Comando francese contava per guadagnare tempo e munire la seconda linea prima dell’urto inevitabile con le avanguardie tedesche.

Una massa di sbandati si è quindi riversata nelle retrovie francesi mentre gli assaltatori tedeschi riuscivano senza troppi sforzi a catturare oltre 10.000 prigionieri e diverse batterie di cannoni abbandonate dai propri genieri senza che gli ordigni fossero stati resi inoffensivi. Le perdite umane e materiali sono andate aumentando mentre le forze tedesche imprimevano un’accelerazione alla propria avanzata verso sud, ingaggiando reparti francesi che isolatamente cercavano di opporre resistenza inchiodandosi al terreno e sacrificandosi con valore.

La serata di oggi ha visto il morale francese raggiungere un livello pericoloso. Colti dal panico, alcuni genieri hanno spontaneamente fatto detonare e reso inutilizzabili gli unici due cannoni pesanti operativi nell’area di Verdun ( due preziosi pezzi da marina da 240 mm ) mentre complessivamente l’artiglieria francese ha taciuto per buona parte della giornata non fornendo alla fanteria alleata lo sbarramento necessario per arrestare le colonne tedesche. Molte batterie francesi, trovatesi pericolosamente esposte e vicine alla nuova linea del fronte, sono state spostate con grandi sacrifici solo per essere ricollocate in posizioni non fortificate e quindi facilmente raggiungibili dai cannoni pensanti tedeschi che le hanno presto ridotte al silenzio grazie all’appoggio dell’aviazione germanica che ha aiutato gli artiglieri a colpire una a una le batterie francesi rimaste allo scoperto.

Verso le 22 di oggi, il Generale Chretièn, ormai ufficiale senza soldati visto che la sua 37° divisione è stata ridotta a meno di 4.000 effettivi sui 12.000 iniziali e privato completamente delle riserve gettate in prima linea per cercare di arginare l’avanzata tedesca, è stato sostituito dal Generale Balfourier. La Seconda Armata francese, comandata dal Generale Philippe Pétain, su richiesta del Generale Édouard de Castelnau, potrebbe essere impegnata per salvare la riva destra della Mosa e quindi Verdun dal cadere nelle mani dei tedeschi.

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