Un alpino, distaccato ad Altare in provincia di Savona, insieme al suo battaglione, è stato colto lo scorso 6 maggio da improvvisa pazzia. Asserragliatosi all’interno del locale oratorio, adibito a dormitorio per le truppe, iniziò a sparare colpi all’impazzata verso i commilitoni. L’alpino, di cui ancora non sopno note le generalità, è quindi salito sul campanile da dove ha continuato a sparare col suo fucile. Fortunatamente nessuno tra militari e civili è stato ferito dai colpi.
Il Maggiore, per evitare che ci potessero essere feriti, ordinò di sparare contro di esso ma non riuscendo a colpirlo gli diedero modo di rifugiarsi nuovamente all’interno dell’oratorio dove appiccò il fuoco ai pagliericci. L’intenso fumo generatosi fece perdere i sensi all’alpino e diede modo ai commilitoni di arrampicarsi sul tetto, praticarvi un’apertura e calarsi quindi all’interno catturando l’aplino impazzito ormai privo di sensi per il fumo intenso.
Il soldato è stato poi ricoverato presso il locale ospedale militare. In totale ha esploso un centinaio di colpi sui commilitoni e sui civili, fortunatamente senza ferire nessuno.
Non sappiamo le cause di questo cedimento nervoso, probabilmente quanto passato in trincea ha scosso notevolmente i nervi del povero malcapitato al punto da farlo impazzire.Le atrocità di questa guerra stanno lasciando i segni anche su altri militari, alcuni arrivano anche ad infliggersi lesioni gravissime pur di non tornare al fronte. Disposizioni in merito, per evitare atti di auto mutilazione o simili, sono da tempo in vigore nel nostro esercito. Simili disposizioni sono state prese anche dagli altri eserciti belligeranti.
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