La spartizione del medio oriente scontenta l’Italia

Le recenti notizie riguardanti un accordo segreto tra i governi di Londra e Parigi, relativamente alla spartizione dei territori dell’Impero Ottomano, hanno creato forte irritazione nell’ambiente diplomatico italiano.

I contenuti del citato accordo riguarderebbero l’istituzione di zone di controllo diretto o indiretto su cospicue zone dell’area mediorientale, nelle quali Francia e Gran Bretagna avrebbero facoltà di controllo su diritti di impresa e di emissione creditizia, ma soprattutto a livello commerciale. A conferma di ciò l’accordo traccia anche, oltre a linee di confine arbitrarie stabilite dalle due potenze, la creazione di linee ferroviarie e l’istituzione di un porto franco per il commercio dell’Impero Britannico ad Alessandretta e ad Haifa per la Francia; il tutto con il consenso della Russia.

In sostanza l’accordo assegnerebbe il controllo di gran parte del Medio Oriente alla Gran Bretagna, assegnando alla Francia Libano e Siria. In tutto ciò l’Italia è stata del tutto tagliata fuori, nulla le si è concesso e la nostra diplomazia non è stata nemmeno consultata. Al di la dell’esclusione dalla spartizione del territorio mediorientale e della mancata chiamata in causa del nostro governo a livello diplomatico, appare chiaro come i governi alleati di Londra, Parigi e Pietrogrado abbiano deciso di assegnare all’Italia un ruolo marginale e secondario nell’attuale conflitto, e di come il rapporto tra l’Italia ed i suoi alleati sia tutt’altro che paritario.

Possiamo chiamarla lealtà o ingenuità, ma la sostanza non cambia: ci siamo fidati dei nostri alleati illudendoci di poter essere trattati da compagni d’arme, ma la verità è che siamo considerati alla stregua di gregari.

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