Si spegne la spinta offensiva anglo-francese

Nonostante i primi entusiastici comunicati e le felicitazioni del Re d’Inghilterra per l’offensiva congiunta anglo-francese, l’impressione generale è che la spinta delle truppe inglesi sia in via di esaurimento mentre quella francese di fatto è già venuta a mancare.
In entrambi i casi le altissime perdite avrebbero reso minimi i pur validi risultati conseguiti inizialmente dagli attacchi. Inglesi e francesi avrebbero catturato tra i 30 e i 40.000 tedeschi e un imprecisato numero di cannoni leggeri e mitragliatrici ma a fronte di questo apprezzabile risultato le perdite congiunte sarebbero superiori ai 150.000 tra morti e feriti mentre non sono note le perdite tedesche anche se sono sicuramente ingenti.
L’efficacia dell’offensiva inglese è venuta meno già nella seconda giornata di combattimenti, quando l’artiglieria ha esaurito nel bombardamento preparatorio e nelle prime fasi di battaglia le se pur grandi quantità di munizioni accumulate. Nonostante gli sforzi del Ministro delle Munizioni Lloyd George e dell’intero settore manifatturiero britannico, forse anche grazie all’intensa opera dei sommergibili tedeschi che nel mese di agosto hanno arrecato gravissimi danni al commercio internazionale, la scorta di munizioni è risultata insufficiente per sostenere una grande battaglia.
Vi è poi una grave polemica sull’uso dei rinforzi e dagli alti comandi inglesi trapela un certo nervosismo e delle gravi tensioni tra il Comandante del BEF, John French, e il suo secondo Douglas Haig. Il rapporto tra i due, da sempre cordiale e persino amichevole, pare si sia incrinato quando il Comando Francese, esercitando grandi pressioni sul Governo Britannico ha chiesto ed ottenuto l’appoggio dell’offensiva nella Champagne con una grande battaglia sul fronte inglese. Sembra che entrambi i comandanti fossero pessimisti circa la riuscita del grande piano strategico di Joffre, sopratutto considerato l’annoso problema delle munizioni d’artiglieria. Alla fine però French accettò l’incarico e si mise a preparare l’offensiva di Loos contro il parere del suo secondo.
Nonostante tutto, durante le prime ore di battaglia, secondo voci non ufficiali, l’azione inglese avrebbe rischiato di sfondare il fronte tedesco in almeno di punti ma la mancanza di riserve e il loro impiego maldestro e tardivo avrebbe trasformato una possibile vittoria in una battaglia di logoramento. Secondo Haig, la colpa dell’impiego errato delle riserve ricade esclusivamente sul superiore French, al quale non avrebbe mancato di stigmatizzare l’errore.
L’offensiva di allegerimento francese, operata dalla Decima Armata a sud di Loos per tenere impegnate le riserve tedesche e impedirne l’intervento contro le punte inglesi, secondo i britannici sarebbe stata troppo breve e inconcludente per impedire ai tedeschi di spostare le forze per vie interne e contrattaccare sulle fanterie britannche stanche e logore dopo due giorni di battaglia. Il risultato è noto. Già nella sera del secondo giorno i tedeschi sono passati al contrattacco tagliando la strada ad alcuni reparti e riprendendo i punti vitali del fronte come la Collina 70 e la Fossa 8 e, forti di posizioni sopraelevate non battute dall’artiglieria inglese, hanno esatto gravi perdite per ogni iniziativa offensiva nemica.
Anche la battaglia della Champagne, nonostante i promettenti risultati iniziali si sarebbe arenata per l’impossibilità dell’artiglieria francese di appoggiare la fanteria. Le motivazioni, su questo fronte, però vanno ricercate nell’astuta strategia tedesca che ha consentito ai francesi di avanzare oltre il raggio operativo delle proprie artiglierie per colpire le colonne francesi su terreni scelti appositamente per le proprie caratteristiche orografiche.
Impegnando i francesi sempre su pendii inversi, sfruttando le creste della regione della Champagne per proteggere le proprie artiglierie da quelle nemiche e lasciando che il nemico attaccasse sempre su terreni scoperti sotto il fuoco di sbarramento dell’artiglieria tedesca, gli strateghi di Berlino sono riusciti a contenere, anche se con gravi perdite e arretrando fin quasi alla terza linea difensiva, e infine spegnere la potente offensiva francese per poi passare al contrattacco e trasformare una battaglia di sfondamento in un altro scontro di logoramento.

L’unico vero risultato ottenuto dall’ambiziosa offensiva congiunta anglo-francese, che sicuramente aveva come obiettivo quello di sfondare il fronte tedesco e accerchiare due armate, è stato quello di costringere i tedeschi a spostare riserve dal fronte orientale a quello occidentale proprio nel momento in cui le forze russe sembravano sul punto di cedere.
Le armate dello Zar hanno approfittato dell’occasione unica e hanno contrattaccato sul fronte meridionale assestando una rapida serie di colpi che hanno obbligato sulla difensiva le armate austriache e bloccato le forze di Mackensen mentre sul fronte settentrionale sono riuscite a contenere i tentativi tedeschi di solare Riga.
Anche su questo fronte però, l’epilogo di tanti sforzi si è trasformato in una nuova paralisi del fronte che si è ormai stabilizzato in confronto alle movimentate operazioni militari compiute tra giugno e settembre.

Con gli eserciti completamente esausti sul fronte occidentale, la stagione delle piogge e quella più fredda in arrivo su quello orientale, l’ipotesi più probabile è che la guerra si sposti a sud, sul fronte balcanico, dove la Bulgaria ancora esita a scoprire la propria mano mentre l’Intesa si appresta a portare rinforzi alla Serbia contro la quale le forze austro-tedesche si concentrano per quella che, nelle intenzioni degli strateghi di Berlino e Vienna, dovrebbe essere l’ultima spallata per schiacciare uno dei nemici.
Una vittoria su Belgrado toglierebbe dal conflitto il minore di tutti gli avversari degli Imperi Centrali ma costituirebbe un grande risultato strategico, accerchiando la Romania ( e costituendo un grande deterrente per l’ingresso in guerra di Bucarest ), minacciando l’eternamente indecisa Grecia ( paralizzata da una crisi istituzionale senza precedenti ), creando una via commerciale con l’Impero Ottomano e rendendo insostenibile la campagna di Gallipoli.

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