Fanteria Italiana sullo Zugna

Strafexpedition austriaci bloccati sullo Zugna

“… Dopo la conquista della zona di Asiago, la 3° Armata deve continuare l’offensiva portandosi sulla linea Bassano, Breganze mentre l’11° deve puntare su Thiene. Muovendo da Asiago la 3° Armata deve altresì spingere un gruppo verso nord-est dotato di Artiglieria, con il quale deve impossessarsi delle fortificazioni di Primolano, in cooperazione con le forze operanti in Valsugana: così da liberare sia la ferrovia e sia la strada della Val Brenta…”

Queste sono le direttive che il generale Dankl ha impartito alle sue truppe gli scorsi giorni. Sembrerebbe tutto facile visto come sono andate le cose nei primi giorni di avanzata ma, il mal tempo, i rinforzi che continuano a rimpolpare le nostre difese e la nostra resistenza non hanno consentito di realizzare del tutti il piano. Da giorni ormai il nemico è tenuto in scacco sul versante occidentale dello Zugna dai nostri fanti. Per i comandi austriaci l’unico modo di espugnare le nostre difese non è l’assalto frontale ma l’aggiramento passando dal Passo Buole. Per questa ragione la scorsa notte alcuni reparti nemici hanno tentato in vano la salita al Passo Buole e a Cima Salvata ma sono stati ricacciati indietro. L’intevento dei fanti della Brigata Sicilia è stato efficace. Le truppe imperiali si sono così dovute trincerare di fronte alle nostre linee difensive. Altra nota positiva è l’arrivo di altri rinforzi per consolidare le nostre posizioni sul passo.

Il pomeriggio di oggi ha visto un assalto della 3° Divisione imperiale a Monte Cimone. Un intenso bombardamento delle artiglieri e è stato il solito preludio all’attacco della fanteria. Gli alpini dei Battaglioni Monte Clapier e Cividale hanno opposto una tenace e coraggiosa resistenza. Ben protetti da fitti reticolati hanno combattuto anche con feroci corpo a corpo contro la fanteria nemica. Purtroppo la superiorità numerica del nemico a fine giornata ha prevalso. Diverse centinaia di prigionieri ed alcuni pezzi di artiglieria sono caduti in mano al nemico ma l’accesso alla valle non è ancora caduto in mano nemica in quanto alcuni coraggiosi reparti Alpini hanno mantenuto le posizioni in vetta al Caviojo, impedendo così l’avanzata nemica.

In Val d’Astico e Val d’Assa il nemico avanza occupando alcuni abitati e mandando in ricognizione le avanguardie. Il tutto mentre entrano in prima linea i rinforzi arrivati in questi giorni dall’Isonzo permettendo così di portare i feriti delle prime linee nelle retrovie. Cima Undici e Cima Portule sono gli obiettivi da riconquistare entro la giornata secondo i comandi italiani, per questa ragione i superstiti della Brigata Alessandria, la Brigata Lombardia ed arlcuni reparti di Bersaglieri sono inviati all’assalto. Sfortunatamente la resistenza austriaca vanifica questo attacco. A fine giornata le perdite per noi sono pesantissime. Gli austriaci hanno consolidato la linea d’avanzamento passante per i monti Pallone, Corno di Campoverde, Colombarone, Cima dell’Arsenale, Cucco e Meatta. La 2° Brigata da montagna austriaca era giunta ad occupare Porta Manazzo mentre altri reparti in Valsugana occuparono Cima Undici e Dodici sino ad arrivare a verso Malga le Pozze arrivando così a minacciare un nostro punto nevralgico dove si trova il punto di contatto tra le nostre difese della Val Brenta e dell’Altopiano di Asiago. A questo punto il generale Koevess ha dato l’ordine di far riposare il 3° Corpo d’Armata.

Punta Corbin ed il suo forte sono i prossimi obiettivi del nemico.

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