Fallita l’offensiva austriaca in Italia

Questa fase dell’offensiva austro-ungarica, battezzata dal nemico “Azione Radetzky”, può essere considerata conclusa oltre che sugli altipiani anche lungo il Piave. Le tenace resistenza delle nostre truppe (che più volte si è guadagnata il plauso dei comandi inglesi e l’ammirazione della stampa estera), e di quelle alleate, hanno permesso di fermare ed annullare immediatamente ogni tentativo nemico di sfondare le nostre line, causandogli al contempo fortissime perdite sia umane che di materiale.
L’azione delle artiglierie continua ancora da entrambe le parti per coprire le ultime azioni di assestamento del fronte ma la battaglia ormai tace: la presente fase si conclude con la completa sconfitta dell’Imperial-Regio Esercito che si proponeva, proseguendo le operazioni dello scorso novembre-dicembre, di sfruttare l’incurvamento del nostro fronte per tagliare in due il nostro Esercito.
Gli ordini emanati per questa offensiva erano chiari, semplici ed identici su tutta la linea del fronte: sfondare le linee e penetrare più a fondo possibile senza pensare ad altro. Sull’Altipiano di Asiago otto Divisioni appoggiate in seguito da altre 7 avrebbero dovuto infrangere le difese e puntare verso la pianura tra Bassano e Vicenza, il Massiccio del Grappa doveva cedere per permettere loro di scendere fra Bassano, Castelfranco e Montebelluna. La Conquista del Montello doveva appoggiare questi movimenti di accerchiamento sfruttando l’azione di altre 15 divisioni di von Wurm che nella prima giornata di combattimenti avrebbe dovuto prendere Treviso. I comandi nemici avevano la convinzione che sfondando inuma qualsiasi punto del fronte noi ci saremmo ritirati senza combattere, non è andata come si aspettavano in nessun punto del fronte: Onore alle nostre truppe ed ai nostri alleati.

 

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