Strafexpedition austriaci sull’Altopiano di Asiago

La mattinata odierna si è aperta con un tentativo austriaco a Passo Buole respinto dai fanti della Brigata Sicilia. L’assalto portato senza l’usuale supporto delle artiglierie non è andato come previsto. Questo contrattempo ha fatto decidere di rimandare l’assalto allo Zugna e Zendri. Altra amara sorpresa per il nemico a Monte Cimone. La 3° Divisione che credeva di trovarlo sguarnito ha invece fatto i conti con le nostre guarnigioni asseragliate sulla vetta. Nei giorni scorsi un malinteso tra le avanguardie del nemico avevano confuso il paese di Barcarola per Arsiero e quindi non erano arrivati ad occupare le difese di  Monte Cimone. Bisognerà rimandare di un giorno l’assalto per preparare le artiglierie a colpire le difese italiane.

La situazione invece è più drammatica sull’Altopiano di Asiago dove il 3° Corpo d’Armata apertosi la strada tra le nostre difese ha iniziato a dispiegarsi lungo un fronte ampio una ventina di chilometri. La 28° Divisione Lubiana è arrivata sino all’Assa. Il grosso delle truppe nemiche si fermarono vicino a Monte Erio e Casara Campovecchio in attesa del riposizionamento delle artiglierie a Monte Verena e a Monte Erio.

Il paesaggio che si presenta agli autriaci è desolante, passando dalla terra di nessuno, grovigli contorti di reticolati si alternano ai crateri delle esplosioni delle artiglierie che fino al giorno prima hanno colpito l’altopiano. Le trincee nascoste tra i boschi sono deserte e dietro di esse i nemici possono impadronirsi di materiale abbandonato dai nostri fanti che sono stati costretti nei giorni scorsi a ritirarsi frettolosamente.

Sul Portule il 43° Landwher guidato dal colonnello Otto von Nidlef, porta un assalto alle nostre postazioni partendo dalla Val Renzola, complice la nebbia, riesce a sorprendere i territoriali che presidiavano la vetta. La nostra resistenza, grazie ai rinforzi di fanteria giunti, continua sino a notte ma la superiorità numerica del nemico e la fine delle munizioni hanno costretto i nostri a ritirarsi. Stessa sorte per i territoriali a difesa di Bocchetta Portule che ritirandosi hanno ceduto in mano nemica anche 4 pezzi di artiglieria incavernati da 120 mm.

In giornata vennero portati alcuni contrattacchi al nemico per evitare di perdere la linea del Portule. Le poderose salve di artiglieria austriache, provenienti addirittura anche dal Verena, hanno consolidato la conquista nemica e ricacciato indietro la nostra fanteria.

La 22° Divisione imperiale fu poco impegnata. Solo alcune sue avanguardie scesero da Casara Larici, Malga Pusterle e Baite per saggiare le nostre difese poco più a valle sulla linea Monte Rasta, Camporovere, Canove e Stella. I genieri italiani nel frattempo avevano fatto saltare il ponte di Roana e danneggiato le altre vie di comunicazione della zona.

Il generale Cadorna allarmato per l’evolversi della situazione ha deciso in giornata di trasferirsi insieme a parte del suo staff a Vicenza per seguire da vicino le operazioni.

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