Nikolaj Nikolaevič Dukhonin nacque il 13 dicembre 1876 nel governatorato di Smolensk, da una famiglia aristocratica. Entrato nell’Accademia Militare di Mosca, si diplomò nel 1902 e fu assegnato come ufficiale ai servizi segreti del distretto militare di Kiev. Allo scoppio dell’attuale conflitto Dukhonin era uno tra i più giovani alti ufficiali dell’esercito imperiale russo.
Verso la fine del 1915 è promosso vice quartiermastro generale del fronte sud-occidentale. Promosso al grado di generale, nel luglio del 1916 divenne quartiermastro generale. La sua carriera continuò ad avanzare anche durante le prime fasi della rivoluzione russa, nell’agosto del 1917 è nominato Capo dello Stato Maggiore per il fronte sud-occidentale. Nel settembre 1917, a seguito dell’arresto del generale Kornilov, Kerenskij si autoproclama comandante supremo dell’esercito e nomina Dukhonin Capo di Stato Maggiore. A novembre, con la caduta di Kerenskij, Dukhonin divenne capo supremo dell’esercito: fu l’ultimo comandante supremo dell’Esercito imperiale russo.
Recentemente, dopo la presa del potere da parte dei Massimalisti, Lenin gli ordinò di iniziare le trattative di pace con i tedeschi. Si rifiutò di farlo anche a causa delle pressioni dei rappresentanti militari dei governi alleati poiché avrebbe rappresentato la violazione dell’Accordo di Costantinopoli” del 18 marzo 1915. Per questa ragione, il 22 novembre Lenin destituì Dukhonin e lo sostituì con Nikolaj Vasil’evič Krylenko.
Mentre attendeva nel quartier generale di Mahilëŭ il suo successore, che doveva condurlo davanti al tribunale rivoluzionario di Pietrogrado, Duchonin diede l’ordine di rilasciare i generali Lavr Georgievič Kornilov, Anton Ivanovič Denikin, Aleksandr Sergeevič Lukomskij e Ivan Pavlovič Romanovskij, agli arresti dopo il loro fallito tentativo di colpo di stato.
Alla notizia dell’ordine di rilascio di Kornilov, una folla di soldati rivoluzionari trascinò fuori Dukhonin dal treno. Fu ucciso a colpi di arma da fuoco e baionetta.
