L’Albatros D.V

Ultimo sviluppo della famiglia D Typ, fu gravato da alcuni problemi tecnici che non sono mai stati completamente risolti, probabilmente per questa ragione non fu mai apprezzato dai piloti, molti dei quali preferivano il precedente D.III. Manfred von Richthofen, il Barone Rosso era decisamente scettico nei suoi confronti arrivando a definirlo “Così obsoleto e ridicolamente inferiore rispetto agli aerei inglesi che uno non può fare nulla con questo aereo.”

Il progetto fu avviato risposta all’arrivo sul fronte occidentale dei nuovi caccia Alleati, il S.E.5a e lo SPAD VII, che consentirono a inglesi e francesi di riprendersi il predominio dei cieli.
Il suo progettista, Thelen, visto il sostanziale fiasco del prototipo del D.IV, tentò di spremere il più possibile dal progetto del D.III ma il reale problema delle prestazioni inferiori dei caccia tedeschi non erano  legate all’aerodinamica ma semplicemente alla motorizzazione.
I caccia alleati infatti erano dotati di un motore, l’hispano-suina 8 cilindri a V raffreddato a liquido capace di erogare fino a 200 cavalli. Il D.V divenne competitivo solo dal momento in cui fu rimotorizzato con i nuovi motori Mercedes e Benz,  in particolare i Mercedes DIIIa, 6 cilindri in linea raffreddati a liquido da 180 cavalli, il Mercedes DIIIau, 6 cilindri in linea raffreddati a liquido da 220cavalli ed il  Benz lV, 6 cilindri in linea raffreddati a liquido da 200 cavalli. I modelli operativi in Palestina avevano in dotazione 2 ulteriori radiatori.
Le modifiche progettuali comprendevano tra l’altro un’ala superiore abbassata di 12 cm rispetto al D.III, il resto della struttura alare era quasi identica al D.III, variava solamente nel collegamento dei cavi degli alettoni. Per questa ragione la Idflieg non condusse i test strutturali sulle ali. I primi esemplari del D.V erano dotati di un poggiatesta, che poi venne rimosso perché intralciava la visuale del pilota.
Rispetto al suo predecessore, il D.III, era molto più soggetto a guasti e cedimenti strutturali, specialmente nelle ali e per questo fu realizzata una variante, la D.Va che aveva una struttura alare rinforzata nei pennoni ed una fusoliera più resistente. Vennero inoltre reintrodotti i collegamenti con gli alettoni orignali del D.III che risultavano più affidabili.

Albatros D.Va
Costruttore: Albatros Werke GmbH
Tipo: Caccia
In ruolo dal: 1917
Motore: Mercedes IIIau, 220 hp
Apertura alare: 9.05 m
Lunghezza: 7.33 m
Altezza: 2.98 m
Peso a vuoto: 718 kg
Peso al decollo: 937 kg
Velocità massima: 187 km/h
Ceiling: 5700 m
Autonomia: 2 h
Equipaggio: 1
Armamento: 2 Spandau

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