La situazione sull’Isonzo: l’ultima spallata per Trieste?

L’ultima offensiva italiana sull’Isonzo, che ha visto il nostro esercito prodigarsi in uno sforzo immane, ottenendo il notevole risultato di penetrare profondamente nell’altopiano della Bainsizza, può essere considerata una vittoria? La battaglia svoltasi sull’Isonzo rappresenta senza dubbio il massimo sforzo per il nostro esercito sul fronte isontino, e i numeri parlano chiaro; il bilancio in termini di caduti è tragico, ed anche dal punto di vista dello sforzo materiale i numeri sono impressionanti (basti pensare che durante l’intera battaglia sono stati sparati più di quattro milioni di proiettili di artiglieria ed un milione e mezzo di proiettili per bombarde).

Enorme anche l’impegno in termini logistici, essendo riuscito il nostro esercito a trasformare un terreno tipicamente carsico, povero di vie di comunicazione e di trasporto e per questo inadatto ai movimenti di una grande armata, in una efficiente base di partenza per un attacco che ha permesso di ottenere importanti risultati. Viene poi da pensare quali risultati si sarebbero potuti ottenere se l’impegno alleato sul fronte italiano (strappato durante le ultime conferenze con gran fatica) promesso per l’inizio del 1918, fosse stato anticipato per l’inizio della battaglia in questione. Del resto anche l’artiglieria austro-ungarica ha sparato un milione ed ottocentomila colpi e le perdite per gli imperiali sono anch’esse state ingentissime, a riprova dell’accanimento della lotta.

Risultato importante quindi quello conseguito dalla 2a Armata del gen. Capello, ma non decisivo; di contro, gli austriaci sono riusciti a tenere ancora una volta il fronte dell’Isonzo, ma il logorio delle loro truppe li ha portati molto molto vicino al punto di rottura.

La situazione sul fronte dell’Isonzo vede quindi l’esercito italiano profondamente penetrato nel sistema difensivo austriaco fino alle pendici del S. Gabriele (ultimo baluardo austriaco del settore), e l’armata imperiale si trova a dover affrontare la prevedibile ripresa offensiva italiana in una situazione estremamente critica; il possibile crollo dell’esercito imperiale sull’Isonzo avrebbe conseguenze incalcolabili, sia per l’Austria-Ungheria che per il suo alleato tedesco. Basterà un’altra spallata di Cadorna per far crollare il fronte austriaco e giungere finalmente a Trieste?

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