Le fanterie italiane sono balzate all’attacco delle posizioni nemiche che nei giorni scorsi sono state investite dal tiro della nostra artiglieria.
Nel settore della 2a Armata, le brigate Alessandria e Caltanissetta, costituenti la 46a divisione, si sono prodigate in un enorme sforzo ma sono state respinte, mentre i pontieri stanno gittando ponti e passerelle sull’Isonzo sotto il tiro dell’artiglieria nemica, con la nostra che cerca di controbattere quanto più efficacemente possibile; grazie all’eroico sforzo e nonostante le gravi perdite subite, i nostri pontieri sono riusciti a realizzare alcuni dei ponti previsti. Sulla riva opposta dell’Isonzo hanno quindi potuto transitare le truppe previste per l’azione offensiva, che vede le brigate Ferrara e Trapani assalire le posizioni nemiche sulla Bainsizza tra le località di Doblar e Anhovo; poco distante, la I e la V brigata bersaglieri, unitamente a due battaglioni alpini, stanno attaccando presso quota 600. Contemporaneamente le brigate Udine e Firenze attaccano lungo il torrente Rohot, coadiuvate dalle brigate Agrigento e Teramo, ma la decisa reazione avversaria ha impedito di compiere progressi significativi. Vani anche gli sforzi delle brigate Forlì ed Avellino contro il M. Santo.
Intanto i reparti della 3a Armata hanno assalito il S. Marco ma senza progressi degni di nota, mentre le brigate Cosenza, Bari e Granatieri hanno occupato l’abitato di Selo. Nel frattempo il XIII corpo ha attaccato il M. Ermada ottenendo alcuni risultati positivi verso Flondar, ma i contrattacchi nemici hanno annullato i parziali successi ottenuti.
Nel complesso i primi attacchi delle nostre fanterie non hanno portato a risultati significativi né nel settore della 2a Armata né in quello della 3a; i reparti risultano poi essere particolarmente provati, sia per le elevate perdite subite, sia per le durissime condizioni climatiche, che portano i soldati ad essere perennemente tormentati dal caldo e dalla sete.