I disordini in Russia

La situazione in Russia resta grave ma ancora le notizie giungono frammentarie, non si ha al momento una chiara idea di quanto stia realmente accadendo.

Anche la stampa internazionale resta cauta aspettando di avere notizie certe, in alcuni casi alcune agenzie di stampa tendono a minimizzare quanto sta accadendo ma la nostra opinione è che si tratti di qualcosa di grave. Cerchiamo ora di ricostruire quanto accaduto negli scorsi giorni.

12 marzo 1917: si forma un governo provvisorio

Ormai è chiaro, si tratta di qualche cosa di più di una semplice sommossa, è l’inizio di una rivoluzione? forse è ancora presto per poterlo dire ma quel che è certo che mesi di tensioni sociali, viveri razionati se non addirittura mancanti ed un regime autoritario hanno fatto scattare la scintilla.

I morti tra i manifestanti aumentano di pari passo con la ferocia della repressione da parte delle autorità. Se ne devono essere accorti anche i militari, ormai la situazione è insostenibile per la popolazione e quindi qualche cosa scatta anche tra le fila dell’esercito. I 17.000 uomini della guarnigione di Pietrogrado si uniscono agli insorti che, a questo punto, possono contare anche sulle armi dell’esercito.

Viene formato un Governo provvisorio guidato da Rodzjanko a cui aderiscono le forze moderate per cercare di frenare le correnti più estremiste all’interno della Duma.

13 marzo 1917: continuano i disordini

Contiunano i disordini di piazza a Pietrogrado, nel frattempo le rivolte hanno iniziato a diffondersi anche a Mosca e in altri centri. I manifestanti iniziano ad organizzarsi in gruppi che chiamano “Soviet”, comitati che riuniscono i rappresentanti degli operai eletti nelle assemblee di fabbrica e dei soldati eletti nei reparti che si sono uniti ai manifestanti.

Il ministro della guerra, il generale Belyaev, è rimosso dall’incarico dai rivoluzionari.

14 marzo 1917: vengono istituiti i commissari politici

Il Soviet di Pietrogrado approva il punto 1 dell’ordine del giorno: nasce la figura del commissario politico. Gli scopi di queste figure sono molteplici, innanzi tutto quello di fare propaganda politica tra le truppe, in secondo luogo quello di garantire la lealtà politica degli ufficiali dell’esercito rivoluzionario, essi provenendo di fatto dall’esercito zarista potrebbero tentare un ribaltamento della situazione politica e compromettere la rivoluzione.

La rivoluzione nel frattempo si espande sempre più giungendo sino a Kharkov e Odessa. Aumenta anche il numero degli ufficiali che simpatizzano coi rivoluzionari. Tra di essi anche il granduca Kirill Vladimirovic Romanov, cugino dello Zar, che porta con se tutti gli uomini delle truppe al suo comando.

15 marzo 1917: lo Zar Nicola II abdica

Lo Zar è bloccato con il suo treno a Pskov, gli scioperi stanno paralizzando il paese. Mosca cade in mano ai rivoluzionari, si sta preparando un’assemblea costituente basata sul suffragio universale, il Principe Gregorgij L’vov è il nuovo Primo Ministro, Miljukov è il nuovo ministro degli esteri ed il generale Guchkov è il nuovo ministro della guerra.

La situazione sta precipitando e lo Zar Nicola II, su pressione del proprio comandante di Stato Maggiore, il generale Alekseyev e del Granduca Nicola decide di abdicare in favore del fratello Michail in quanto il figlio Aleksej ha solo 13 anni.

16 marzo 1917: il Palazzo d’Inverno diventa proprietà dello Stato

A Pietrogrado il Palazzo d’Inverno è dichiarato proprietà dello Stato, il Governo provvisorio invita i cittadini a mantenere la calma, ristabilire l’ordine, tornare al lavoro per cooperare per il bene della Russia. Lo stesso appello viene anche dal socialista Kerenskij. La “nuova Russia” avrà libertà di stampa e di parola, religiosa e di associazione, comprese le organizzazioni del lavoro. Si potrà scioperare, anche per i funzionari e i militari. Per tutti i reati politici, religiosi, o riguardanti la disciplina dell’esercito è concessa l’amnistia generale.

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