Bollettino del 18 giugno 1918

La violenza della battaglia, attenuata alquanto sulla fronte montana, accrescendo sul Piave.
Nella giornata di ieri la Terza Armata sostenuto il poderoso sforzo nemico con l’usato valore.
Di fronte a Maserada e a Candelù rinnovati tentativi di stabilire nuovi sbocchi sulla destra del fiume sono stati sanguinosamente respinti.
Da Fossalta a Capo Sile la lotta ha imperversato fierissima e senza posa. Formidabili attacchi nemici si sono alternati con nostri contrattacchi; inizi di vigorosa avanzata sono stati frantumati dalla nostra resistenza ed arrestati da nostre azioni controffensive. La lotta ha sostato soltanto a tarda notte. Le valorose truppe dell’Armata sono state strenuamente provate, ma l’avversario non ha potuto aumentare la breve profondità della fascia entro la quale da quattro giorni il combattimento imperversa. 1550 prigionieri sono restati nelle nostre mani.
Gli aviatori hanno continuato prodigarsi instancabilmente, intervenendo efficacemente la battaglia sotto la pioggia dirotta.
Sul margine settentrionale del Montello rinsaldammo l’occupazione sul fiume sino a Casa Serena.
Nel pomeriggio il nemico dal saliente nord-orientale del monte sferrò due pacchi in direzione di sud-ovest di sud-est. Il primo venne nettamente arrestato ad oriente della linea Segnale 279, nord-est di Giavera; il secondo fu contenuto immediatamente a sud della ferrovia San Mauro-Sant’Andrea.
Nella regione del Grappa, respingemmo attacchi parziali nemici ed eseguimmo riusciti colpi di mano. Venne preso un centinaio di prigionieri.
In fondo Val Brenta e ad oriente della Val Frenzela, puntate nemiche furono prontamente arrestati. Al margine orientale dell’Altipiano di Asiago nostre strapparono l’avversario il Pizzo Razea e le alture a sud-est di Sasso, prendendo circa 300 prigionieri.
Riparti nostri e del contingente francese attaccarono fortemente, guadagnando terreno, il costone di Costa Lunga e vi catturarono quanti nemici. Numerosi altri prigionieri vennero fatti più ad occidente da truppe britanniche.
Il contegno delle truppe nostre ed alleate nella battaglia è ammirevole. Dallo Stelvio al mare o ognuno ha compreso che il nemico non deve assolutamente passare; ciascuno dei nostri bravi che difendono il Grappa ha sentito che ogni palmo dello storico monte è sacro la patria.
Per le grandi giornate del 15 e del 16 giugno, e per l’attacco al tonale del giorno 13, fallito tentativo di inizio dell’offensiva nemica, meritano speciale menzione ed esponente del valore di tutti gli altri reparti: la 45ª divisione di fanteria, la brigata di fanteria Ravenna (37 e 38), Ferrara (47 e 48), Emilia (119 e 120), Sesia (201 e 202), Bari (239 e 240), Cosenza (243 e 244), Veneto (255 e 256), Potenza (271 e 272), la sesta brigata bersaglieri (8 e 13); il 78 reggimento di fanteria e particolarmente il primo battaglione, i reggimenti britannici Northumberland, Fusiliers, Royal Warwik, Oxford and Bucks Light Infantry, il 13° reggimento di fanteria italiana (brigata Pinerolo), il 117° (brigata Padova), il 266° (brigata Lecce) il secondo battaglione del 108° reggimento fanteria francese, il 9° riparto d’assalto, i battaglioni alpini Monte Clapier, Tolmezzo e Monterosa, e la 178ª compagnia mitragliatrici.
Fra tutta l’artiglieria nostra alleata, quest’aspetto particolarmente il vanto di avere spezzato la prima fuga dell’assalto nemico, speciale onore preso alla 7ª ed 8ª batteria del nostro 56º reggimento da campagna che, restate imperterrite sul Colle Moschin circondato, si opposero al nemico sopra un’unica linea nella quale a lato dei cannoni, artiglieri e fanti gareggiarono in bravura.

Firmato: DIAZ

 

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